MARVELIT

PRESENTA

Di

Carmelo Mobilia & Igor Della Libera

IL TRONO DI TITANO (II parte)

# 29

 

Spazio, ultima frontiera. Nella loro battaglia per “vendicare i torti e le ingiustizie” i Vendicatori sono arrivati a solcare le stelle e ad affrontare forme di vita aliene in diverse occasioni. I loro Quinjet sono da tempo attrezzati per i voli interstellari. Come durante la guerra Kree – Skrull, per esempio, o l’operazione Tempesta nella Galassia. Eric Masterson alias Thunderstrike si ricorda bene di quella missione. Anche se è uno dei membri meno esperti, è l’unico dell’attuale squadra ad essere stato presente durante quello che fu uno dei momenti più neri della storia dei Vendicatori. Vide Vendicatori esperti come Capitan America e Iron Man arrivare ai ferri corti e assistette al momento in cui il team fu sul punto di crollare. Per non parlare, poi, la sua esperienza durante la battaglia contro Thanos per il “guanto dell’infinito” ... si poteva benissimo affermare che Eric detestasse le missioni spaziali. In cuor suo desiderava che quello di Starfox fosse un falso allarme e che la squadra non sarebbe stata costretta ad un nuovo conflitto intergalattico, ma sapeva che questa era una vana speranza.

I suoi compagni di squadra non facevano trapelare nessuna emozione. Possibile che nessun altro a parte lui fosse nervoso? In realtà si, anche gli altri non erano entusiasti della missione. Stavano entrando in un territorio sconosciuto e non sapevano cosa li avrebbe aspettati. Stando alle parole del loro nuovo alleato, Nova, la situazione su Titano era ben diversa da quella tranquilla che Mentore, sovrano del pianeta, aveva descritto loro durante la conversazione avuta. Il suo invito suonava come una trappola e, stando sempre alla parole del razzo umano e al messaggio che il loro membro Starfox gli aveva trasmesso, era proprio quello che li aspettava.

Ma i Vendicatori non erano degli sprovveduti, e non avrebbero mai intrapreso un viaggio di quella portata senza un preciso piano d’azione.

<Ok squadra> prese parola l’autoritario USAgent <Ricapitoliamo il tutto, per essere certi che tutti abbiate capito il compito che vi aspetta. Io, insieme a Masterson, Pym e Aracne andremo al palazzo di Mentore e cercheremo di scoprire cosa c'è dietro a tutto questo, mentre tu, Golden Boy, accompagnerai Tigra e She Hulk dalla resistenza.>

<Si è la cosa migliore> intervenne Calabrone <Con un po’ di fortuna, scambieranno Greer e Jennifer per delle mercanti alieni e passeranno inosservate. Se le cose stanno come sostiene Nova... e abbiamo motivo di credergli ... ci servirà tutto l’aiuto possibile.>

<Lo vedrà con i suoi occhi, dottor Pym.> rispose Richard Rider <Mentore è andato fuori di testa. E quello con cui avete parlato non è Starfox, sono pronto a scommetterci qualsiasi cosa!>

<Beh ragazzo, mi sta che stiamo per scoprirlo...> disse She Hulk, osservando il varco che si stava aprendo attraverso la barriera d’energia che circondava il pianeta come una membrana, permettendo di entrare nell’atmosfera.

<Ok ci siamo: si va in scena!> disse Tigra, prendendo per se e l’amica dalla pelle verde dei sudari con cappucci con le quali ricoprirsi. Anche Nova ne indossò uno, riducendo il suo casco a dimensioni tascabili

<Ci lasci nella periferia, vicino alla zona dei mercati.> disse <Da lì saprò condurvi al nascondiglio di Elysius e della resistenza sperando che Hepzibah e i suoi amichetti siano riusciti a sopravvivere all'attacco della Terminator... almeno Hepzibah... gli altri non posso dire che mi stessero particolarmente simpatici, dopotutto mi hanno attaccato all'armatura una bomba teletrasportante...>Il Quinjet planò verso una radura e rapidamente con un agile balzo Tigra fu la prima a scendere dal portellone, seguita subito dopo dalla Gigantessa di Giada e da Nova, dopodiché riprese quota e si diresse verso l’imponente costruzione in cima al monte che si parava d’innanzi a loro: era il palazzo di Mentore, dove erano attesi.

 

***

 

Mentore si versò del liquido scuro in un bicchiere che levitava all'altezza del suo petto. Questo senza che avesse il bisogno di usare le mani si avvicinò alle sue labbra. La fronte era corrucciata e lo sguardo tradiva una certa preoccupazione. Dietro di lui passeggiava Starfox. Si fermò davanti ad una parete coperta da specchi e osservò la sua immagine come se non gli fosse familiare.

<Ora capisco perchè tuo figlio viene chiamato il Casanova dello spazio. E' incredibile come quella storia terrestre di seduzione e tradimento abbia varcato i confini delle stelle. Anche se non sembra mi piace leggere e adesso che ho a disposizione questo corpo, mi piace fare anche altro.>

Mentore guardò storto suo figlio. Lui sapeva che stava osservando solo un guscio riempito dall'essenza malevola di una spietata aliena che normalmente aveva la consistenza di vapore bluastro.

<I Vendicatori non sono da sottovalutare. Loro conoscono bene Starfox ed ho paura che non sarà facile per te mantenere l'inganno. E' inutile che ti ricordi cosa succederà se questa missione degli eroi terrestri non risulterà nient'altro che una pura visita di cortesia. Se dovessero sospettare qualcosa... il nostro padrone non sarà affatto contento. >

<Tranquillo “padre”>  affermò Starfox avvicinandosi a lui e, comportandosi come farebbe un figlio devoto, lo abbracciò  <Sono piuttosto brava quando c'è da interpretare un ruolo, diciamo che entro perfettamente nel personaggio... inoltre mi sono documentata grazie a I.S.A.A.C. sui trascorsi di tuo figlio con i suoi compagni terrestri e so bene che tasti toccare... spero che nella delegazione ci sia anche She Hulk... ho visto le olo immagini e sapendo dei trascorsi romantici di Starfox con lei... sarà un piacere rinverdire>  sorrise debolmente pensando al colore della super eroina  <i fasti passati.>

Mentore finì il suo vino sospeso e poi andò verso la finestra. Il quinjet ora era visibile e stava preparandosi alle operazioni d'atterraggio nell' hangar aperto del palazzo reale. 

<Stanno arrivando. Fai parlare me. Non è che non mi fidi delle tue doti ma preferirei, visto l'antica amicizia che mi lega a questi umani, non essere costretto a doverci sbarazzare di loro gettandoli nell'arena.>

<Se ciò dovesse succedere padre mio non sarebbero gli unici a fare una brutta fine... il padrone è stato chiaro, nessuno oltre a lui e alle sue fedeli sgualdrine è indispensabile... e comunque se questi Vendicatori si dovessero dimostrare più furbi del previsto, potremmo sempre imputare la loro morte alla resistenza...>

Mentore rimase in silenzio. Era disgustato da quello che era stato costretto a fare. Era diventato ciò che disprezzava di più, un tiranno del suo stesso popolo e oltre a questo un burattino. Era come se sentisse nella carne gli agganci dei fili con cui veniva mosso. Quella situazione l'aveva costretto a tradire ogni cosa in cui credeva, compreso suo figlio. La creatura dentro Starfox, Aria, era una mercenaria, uno spettro senza corpo che viveva come un parassita in quello degli altri. Per lei quella era una missione come le altre eppure, dopo l'iniziale indifferenza, adesso anche lei aveva paura. Non poteva tremare solo perchè il suo corpo intangibile non glielo permetteva.

 

<<La colonia di Titano fu fondata 75.000 anni fa in seguito ad una devastante guerra civile tra due fazioni di Eterni diverse capitanate rispettivamente da Urano e Crono>>

 La voce scendeva dall'alto dentro la grande stanza circolare che un tempo era un luogo di cultura ed erudizione: un museo interattivo della storia del pianeta. Adesso era più una specie di mausoleo dove le voci registrate soffiavano nell'aria come spettri inquieti. Il tetto completamente sfondato e i mucchi di libri e di altri cimeli parzialmente bruciati giacevano qui e lì come tombe anonime. Nova non aveva condotto lì le Vendicatrici per una commemorazione, sapeva bene che dietro una statua che un raggio laser aveva quasi completamente fuso c'era l'ingresso segreto per la base della resistenza. Sperò che una volta nel sotterraneo lo scenario non fosse simile a quello che faceva da copertura.

<Ancora un attimo di pazienza.> disse mentre inseriva un codice in uno schermo nascosto. Si girò verso She Hulk e Tigra che era la più agitata del terzetto.

< Prima di diventare Nova non avrei mai pensato che un giorno avrei combattuto al fianco di due...>

She Hulk lo anticipò

<Fulgidi esempi di eroismo, famose vendicatrici le cui imprese hanno varcato i confini della terra?>

<Sssssi, anche questo... ma io stavo pensando più al fatto che voi avete occupato gran parte dei miei sogni di ragazzino, e per sogni intendo quelli...>

<Fermo.> ringhiò Tigra disfandosi del sudario.

<Te la sei presa? Dicevo tanto per dire... sono un chiacchierone... >

<Non mi interessano le tue attività notturne. Sto sentendo la presenza di qualcuno, non siamo più soli.>

<Il che vuol dire che è tempo di distruzione...> disse She Hulk facendo scontrare il pugno destro contro il palmo sinistro < dovrò pagare un altro caffè alla Cosa per la violazione di copyright. >

Nova caricò i suoi guanti e li puntò nella direzione indicata da Tigra.

<Noi gattine siamo sempre un po' agitate ma in questo caso non avete nulla da temere.> Hepzibah planò davanti a Tigra dopo due balzi nell'aria. Si rialzò e senza indugio andò verso Nova, baciandolo sulle labbra.

<Non pensavo che il novellino ce l'avrebbe fatta. E invece è tornato qui e ha portato anche la cavalleria anche se mi aspettavo almeno Iron Man o Thor...>

<Un Thor ce l'abbiamo; non è l'originale ma sa farsi valere.> disse She Hulk facendo seguire la presentazione alle sue parole.

<Elysius ci sta aspettando... ero tornata qui perché ci servono dei rinforzi e credo di averli trovati. Parleremo dopo che avremo salvato i nostri compagni catturati da quella sadica di Deathbird. Il problema è che per farlo dovremo sbarazzarci del boia robotico... e la mia coda sa ancora di bruciato dopo l'ultimo incontro con Death’s Head. >

<Ci mancava solo l'esecuzione da impedire...> sbuffò She Hulk.

 

Al Palazzo di Mentore.

 

<Benvenuti Vendicatori. E’ un piacere ospitare alcuni tra i più fedeli alleati di Titano.>

<E’ un piacere anche per noi, Mentore...> disse Hank Pym stringendogli la mano. <E’ da parecchio che non venivo qui. Dal funerale di Mar-Vell.>

<Beh spero che le circostanze odierne siano più felici. Spero che io e mio figlio chiariremo gli equivoci che vi hanno obbligato a questo lungo viaggio chiarificatore...>

<Eccomi qui padre> disse Starfox entrando nella stanza <e ti dirò che sono ben contento di rivedere i miei vecchi amici … purtroppo da quassù mi è difficile seguire le vostre imprese ma ci sarà tempo più tardi di intrattenerci in discorsi meno seri, visto che siete qui per un motivo ben preciso e non è una semplice visita di cortesia.>

< Dopo aver per tanto tempo eluso le cariche di governo vedo che alla fine tuo padre ti sta plasmando in un ottimo futuro regnante. Questo mi rincuora visto che abbiamo sentito ben altre storie sulla tua permanenza su Titano...

<Già; in un filmato olografico che c’hanno mostrato non sembravi tanto in forma ...> intervenne USAgent.

<Ha detto bene Pym, sto scoprendo le diverse facce della medaglia del governo di un pianeta.> rispose il sovrano <Titano non ha solo estimatori ma nemici e credo che ci siano loro dietro le errate informazioni, sicuramente manipolate ad arte, che sono arrivate in vostro possesso. Sono indiscreto se chiedo come le avete sapute?>

<I Vendicatori stanno molto attenti a quello che succede sulla terra ma hanno i loro informatori anche tra le stelle. Non abbiamo dimenticato certe le guerre tra Kree e Skrull, le invasioni aliene e le tempeste nella galassia. Prevenire è meglio che curare.> affermò Pym togliendo da una scomoda posizione l'irruento Walker che aveva solo una gran voglia di scoprire a suon di pugni cosa stesse succedendo davvero su Titano.

<Starfox, ti porto i saluti di She Hulk ... era molto dispiaciuta di non poter essere venuta a salutarti, ma gli è toccato restare sulla terra a badare ai miei figli…> disse Aracne cercando di sviare l'attenzione e di togliere un po' di elettricità a quell'incontro.

<Si capisco. Avrei avuto piacere di rivederla, la famiglia è un bene sacro anche qui su Titano. Ecco un’altra cosa che mio padre mi sta insegnando, un valore che avevo sottovalutato probabilmente per paura. Scappavo dalle mie responsabilità.>

In quel lungo discorso Starfox non corresse Julia che aveva sbagliato il numero dei suoi figli sapendo che il loro compagno, se si trattava davvero di lui, le avrebbe senz'altro fatto notare che aveva solo Rachel come figlia. A quel punto, una volta che finì di parlare, i quattro Vendicatori si scambiarono una veloce occhiata d’intesa.

<Hai sentito, Masterson?> disse Agent sottovoce.

<Certamente ...> rispose questi

<Jennifer mi ha dato una cosa per te da consegnarti…> gli disse Thunderstrike.

<Ah si? E cosa?>

<QUESTO!>

 Eric lo colpì con poderoso un gancio destro. Starfox andò a sbattere violentemente contro la console del computer I.S.A.A.C. Aracne attivò la sua tela psichica e lo immobilizzò.

<Cosa? Questo è intollerabile!> gridò Mentore.

<Finiamola con questa farsa! Lo sappiamo che state mentendo!> disse Calabrone <Questo non è il vero Starfox... dev’essere un mutaforma! Che fine ha fatto quello vero? Che cosa ne avete fatto?>

Mentore non rispose, aveva già inviato un segnale alle guardie perchè lo raggiungessero nella sala del trono e un gruppo di queste irruppe subito con i fucili laser spianati.

<Mettete questi pazzi agli arresti!> gridò il signore di Titano.

<Ok ragazzi si balla; VENDICATORI UNITI!> urlò USAgent mentre faceva partire il suo scudo che abbattè tre soldati, prima di tornare nella sua mano. Calabrone aumento di taglia e nelle dimensioni di gigante fu semplice per lui avere la meglio sulle guardie. A Thunderstrike bastava agitare al minimo la sua mazza incantata per trasformare gli uomini di Mentore in birilli.

<Centro! Non mi è venuto niente di meglio da dire ...  dovrei andare a lezione dall'Uomo Ragno.>

Aracne riservò a Mentore lo stesso trattamento che aveva riservato a suo figlio, avvolgendogli braccia e gambe con la sua tela.

<Non ve lo ripeteremo di nuovo. Dov’è il vero Starfox?> disse rabbiosa dando uno strattone al filo di tela psichica con cui aveva imprigionato Mentore.

<Il vero Starfox è sempre stato qui, davanti a voi…> una specie di ectoplasma emerse dal corpo del povero Eros, che cadde privo di sensi. Una donna dalla pelle e i capelli violacei si manifestò di colpo alle sue spalle; si trattava di Aria, una degli ultimi abitanti del pianeta Zenna. Prima che gli eroi potessero agire ritornò a possedere Eros. Starfox si rimise in piedi, estrasse una corta lama lucente e se la appoggiò alla gola.

<E' un burattino nelle mie mani. Una mossa e farò in modo che si tagli la testa davanti a voi. Deponete le armi, Vendicatori. Arrendetevi o il vostro compagno muore!> concluse appoggiando la lama calda sulla pelle dell'ex Vendicatore e una stilla di sangue scivolò dalla ferita.

<Stai bluffando.> disse USAgent.

<Non mettermi alla prova. Quelli della mia razza sono abituati a non avere un corpo loro e quindi a non provare nulla se si disfano di quelli che possiedono .... anzi ho personalmente una certa gelosia per chi è di carne e sangue e non formato da un materiale gassoso etereo come sono io.

Passarono alcuni secondi di tensione, poi Calabrone prese la parola.

<D’accordo. Aracne, lasciali andare...>

<Che cosa? Pym, non cascarci...> disse Agent.

<Non giocherò con la pelle di un nostro compagno. Aria è un’aliena e abbiamo già avuto modo in altre occasioni di scoprire che ragionano in modo diverso da noi, le nostre categorie per loro non valgono...  e poi, ho l'impressione che Aria stia lavorando per Mentore, mi sbaglio?> disse riducendosi di taglia e alzando le mani rivolto al signore di Titano.

Aracne richiamò la sua tela e lei e Thunderstrike lo imitarono. USAgent sbuffò e si adeguò alla scelta dei suoi compagni.

<Dovevate restare sulla Terra, Vendicatori> disse Mentore mentre vedeva la tela dissolversi intorno alle sue membra <Non dovevate immischiarvi. Ora mio malgrado sono costretto a includervi nei miei piani. Guardie rinchiudete il dottor Pym e la donna nelle nostre segrete.... qualche giorno senza cibo né acqua e mi pregheranno per fargli dire il nome di chi li ha spinti a venire fin qui. Non avrete mica pensato che abbia creduto alla storiella del vostro interesse per lo spazio. Il biondo e quello con lo scudo hanno l’aria di essere dei valenti guerrieri... saranno un’attrazione perfetta per la nostra arena…>

<Arena? Non mi piace per niente come si stanno mettendo le cose...Dio, come detesto i viaggi interstellari…> esclamò Thunderstrike.

 

Titano. Quartieri Bassi. 

 

La piazza era gremita di persone. Avrebbero preferito essere altrove, ma erano obbligate ad assistere a quel macabro spettacolo. C'erano tre cilindri dentro i quali altrettanti membri della resistenza cercavano vanamente una via di fuga, chi provando a romperli con pugni disperati, chi provando ad individuare qualche punto debole di quelle prigioni mortali. Di fianco a queste Death's Head vigilava impassibile come solo una macchina assassina sa essere, un robot senza umanità il cui unico modo di provare l'equivalente sintetico di un'emozione è attraverso l'omicidio brutale dei suoi avversari. A dirigere le danze c'era la guerriera Shi' ar Deathbird. Diversa in tutto dalla sorella Lilandra, imperatrice del regno, aveva più volte provato ad usurpare il trono che diceva essere suo per diritto di sangue.

<Io mi occupo del T-1000 con la quinta di reggiseno, tu Nova invece te la vedrai con la Shi'Ar... sembra che il tuo computer ne sappia parecchio su lei e sulla razza e da quanto ci hai appena detto è nella lista dei più ricercati dai Nova Corps.

Tigra aspettò che She Hulk dicesse qualcosa anche a lei. Hepzibah intervenne.

<Noi gattine ci occuperemo di tirare fuori dai cilindri i miei amici. So come hackerare il loro sistema, ci vorranno unghie molto affilate.

<Non sono una gatta ma una Tigra.>

<State attente...> avvisò She Hulk, ma Tigra la bloccò.

<Non serve che tu me lo dica ogni volta...  sono molto di più che una tipa pelosa super agile, e so bene che essere sexy non mi salverà da nemici forti come quelli. >

Deathbird allargò le braccia stendendo le sue ali dai riflessi purpurei. Fu come se avesse tolto alle persone presenti le parole di bocca e anche gli sguardi erano tutti pieni di angoscia in attesa che quelle camere di morte venissero attivate. La Shi'Ar parlò con la voce forte di chi era abituata ad incutere terrore.

<Ora scopriremo cosa la sorte ha in serbo per i nemici del regno ... i loro atomi verranno disgregati in modo dolorose dall'acido gassoso? Saranno trafitti da mille lame incendiate e radioattive, o la loro morte sarà lenta e condotta con terribile maestria da laser chirurgici, che solo dopo aver perforato articolazioni e parti sensibili regaleranno il riposo eterno ai condannati?>

 

Titano Segrete del palazzo reale.

 

<Questo dannato inibitore mi impedisce di accedere ai miei poteri>

Aracne era inquieta e girava per la cella, mentre Calabrone stava seduto sul letto metallico.

<Ora sappiamo che Starfox è stato messo fuori gioco e che suo padre o è impazzito oppure anche lui è posseduto o manipolato da qualcuno. Io propendo per la seconda possibilità.> disse Hank.

<Siamo stati troppo impulsivi. Dovevamo far finta di niente. Masterson si è comportato da stupido.>

<Non è colpa sua, non totalmente. Siamo arrivati qui avendo dei dubbi ma non credendo totalmente alle parole di Nova. Dovevamo avere più fiducia in lui. Lui, She Hulk e Tigra sono la nostra unica speranza. Avranno già contattato la resistenza.>

Calabrone si alzò e poi dopo aver controllato la stanza si avvicinò al murò e si infilò due dita in bocca.

<A dire il vero c'è un modo di uscire di qui. Non mi hanno perquisito con cura o meglio su Titano non conoscono le capsule dentali rimovibili.>

Si girò con una di queste tra le dita.

<Una volta per non farsi catturare vivi o farsi interrogare ci avrebbero messo del veleno, io mi accontento di un po' delle mie particelle. Nessuna cella è a prova di insetto.

<Ti abbraccerei e bacerei ma sarebbe sconveniente, visto che sei il mio capo> sorrise Julia <Se solo potessi fare qualcosa per l'inibitore.>

<Ogni cosa a suo tempo, prima troviamo il modo di uscire di qui>

 

Titano. Quartieri bassi.

 

<Nova alla riscossa!> le parole si persero nel raggio energetico che esplose dai suoi bracciai. Deathbird vide solo la scia che sorvolò la folla, con gli occhi alzati al cielo, e la travolse gettandola contro uno degli edifici che circondavano la piazza. Death's Head si voltò. I pugni iniziarono a ruotare, ma She Hulk li fermò e poi colpì con forza il robot al petto spingendolo a terra. L'automa si rimise in piedi mentre il suo sistema iniziava le riparazioni alle mani danneggiate dalla forza della gigantessa verde.

La gente iniziò ad abbandonare la piazza riversandosi nelle strade laterali.

<Non so come vi divertite voi qui su Titano ma noi ragazze della terra troviamo altri modi per spassarcela, e nessuno riguarda delle esecuzioni sommarie>  

She Hulk non poteva saperlo ma Death's Head aveva ridotto a poco più di qualche suono le sue funzioni vocali. Alla macchina le parole non interessavano e mentre She Hulk provava a distrarla lei stava esaminando la sua avversaria calcolandole i possibili punti deboli.

<Il mio preferito è prendere a pugni dei robot, se poi si rattoppano da soli, meglio ancora così potrò darci dentro ancora di più>

Jennifer affidò tutta la sua forza in un unico pugno diretto all'addome metallico.

Death's Head interruppe l'attacco con due gomitate. Solo l'energia gamma che le scorreva nel sangue e che rendeva la sua pelle indistruttibile impedì alle sue ossa di spezzarsi. Il dolore però le fece capire che non era il caso di scherzare con quella cosa. Nova si avvicinò a Deathbird che non si muoveva, era appoggiata contro una parete su cui aveva lasciato l'impronta del suo corpo dopo l'impatto fragoroso.

<Computer filma la scena. Voglio caricarla sul server dei Nova Corps oltre che sul mio profilo facebook. Qui ci scappa il premio Nova del mese. Deathbird è un pesce grosso. >

She Hulk si era gettata sul robot e stringendola in un abbraccio l'aveva spinta lontano dai cilindri.

Tigra ed Hepzibah avevano via libera per praticare la loro operazione di scasso. Greer si trovò davanti ad un complesso insieme di circuiti. Non c'erano cavi.

<Sulla terra siamo abituati al filo blu e al filo rosso e di solito va tagliato il primo. Qui però non vedo altro che microchip.>

Hepzibah tolse dalla cintura una specie di bomboletta e spruzzò il suo contenuto dentro il vano.

<Corsaro mi ha fatto vedere i vostri film dove le bombe vengono sempre disinnescate quando mancano pochi secondi. In questo caso non si tratta di esplosivo ma se sbagliamo, il meccanismo si innesca e i miei compagni avranno una morte orribile.>

Sotto gli occhi ferini della Vendicatrice lo spray iniziò a delineare quelli che erano fili invisibili.

<Ingegnoso. I collegamenti non si vedono.>

Nova si sistemò di fianco a Deathbird e fece il segno con le dita della vittoria.

<Hai scattato la foto. Ottimo adesso posso andare a dare una mano a She Hulk ...  chissà che per l'aiuto non ricompensi con un bacio, anche uno sulla guancia. Mi raccomando ‘puter se dovesse succedere riprendi tutto... ci sono alcuni dei miei amici dei Warriors che voglio far schiattare di invidia!>

Richard Rider non si era accorto che Deathbird non era priva di sensi. La Shi'ar staccò una penna dall'ala e questa alla luce tenue del cielo di Titano luccicò. Era una lama capace di tagliare ogni cosa anche l'armatura dei Nova Corps. Deathbird ricordava ancora come aveva sgozzato uno di quei poliziotti in giallo e di come aveva goduto nel vedere il sangue macchiare la sua corazza. 

<Attento!>  la voce arrivò giusto in tempo per spingere Nova a voltarsi e così la lama graffiò solo il suo fianco invece di penetrarlo.  Nova caricò di nuovo il suo bracciale ma Deathbird decise che era il caso di abbandonare il campo di battaglia. Allargò le sue ali e prese il volo, non prima di aver sparato delle lame, muovendo le braccia, verso Nova per distrarlo e dargli il tempo di fuggire. She Hulk affondò il pugno contro Death's Head a terra ma il robot si smaterializzò e le sue nocche aprirono un buco nel terreno.

<Odio quando fanno così>

Nova rimase in posizione d'attacco vedendo una figura che usciva dal vicolo.

<Sono io, Elysius>

Hepzibah sotto lo sguardo attento di Tigra aveva liberato i ribelli e adesso il gruppo raggiungeva compatto la nuova arrivata.

<Deathbird e il robot fanno parte dell'elite di Mentore. Staranno tornando da lui per dargli la notizia del vostro intervento. Dobbiamo andarcene di qui perché è sicuro che fra poco il cielo sarà oscurato dagli Annichilitori>

<I nostri compagni sono a palazzo, la nostra missione doveva essere segreta. Così li abbiamo messi nei guai.>

Elysius indicò la strada per il museo dove c'era l'accesso alla base della resistenza.

<Una volta al sicuro contatterò la mia spia al servizio di Mentore e vedrò di scoprire cosa sta succedendo a palazzo>

Nova chiese.

<Avete un uomo sotto copertura di cui Mentore non sospetta l'esistenza? Ingegnoso>

<Lo è ma non si tratta di un uomo ma di un aliena di Zenna, una delle ultime superstiti si chiama Aria. Mentore pensa che stia lavorando per lui in realtà è nostra alleata>

 

Titano. Segrete del palazzo reale.

 

Aracne osservò con apprensione la porta della cella che si muoveva rientrando nel vano e di fatto liberandola dalla sua prigionia. Calabrone non solo era riuscito ad uscire da un piccolo foro sul muro ma aveva avuto la meglio sulla chiusura tecnologica e apparentemente a prova di scasso della cella. Davanti alla seconda donna ragno Calabrone riprese le dimensioni umane.

<Ho visto come puoi uscire di qui. Ti indicherò la via ma dovrai andare da sola. Io non vengo. Voglio andare fino in fondo a questa storia e ho appena scoperto come fare, ovviamente tu saresti d'impiccio e non ho capsule di particelle Pym anche per te. Una volta uscita dovrai trovare She Hulk e gli altri.>

<Potrei aiutare i nostri compagni destinati all'arena. Per Mentore non siamo stati considerati all'altezza di quello scontro ma voglio fargli vedere quanto si è sbagliato.>

Calabrone cambiò il tono della voce.

<Fa come ho detto, e non preoccuparti quei due; sapranno cavarsela nell'arena. Non voglio essere nei panni di chi Mentore manderà ad affrontarli.>

Le strade dei due si divisero in fretta e mentre Aracne utilizzava un condotto di areazione, individuato da Pym nella sua perlustrazione, per raggiungere l'uscita dalle segrete Calabrone si rimpicciolì e scomparve dentro la sottile crepa di una parete. Attraversò il piano sotterraneo in verticale e sbucò nella sala del trono. Mentore stava scendendo dal suo scranno. Pym sapeva che se si fosse messo a pedinarlo come un insetto prima o poi Mentore avrebbe fatto qualcosa o lo avrebbe condotto da qualcuno che lo avrebbe aiutato a svelare il mistero di Titano e del comportamento di Starfox e di suo padre.

<Forse sono arrivato nel momento giusto.>

Calabrone si avvicinò a Mentore che arrivato al centro della stanza azionò un meccanismo di teletrasporto. Pochi istanti li separarono dal momento in cui ricomparvero dentro un’enorme stanza nera le cui pareti erano fatte di ossidiana e in cui sembrava esserci solo spazio per il buio senza luce.

Due occhi glaciali venati di giallo luccicarono e la stanza si illuminò per metà mostrando una serie di cilindri di stasi appoggiati alle pareti. Erano quasi tutti vuoti. In alcuni c'erano dei corpi collegati a cavi, tubi e spinotti che ne penetravano la pelle.

<Quello che oggi è successo a palazzo, il modo in cui hai condotto l'affare con gli odiati Vendicatori mi ha fatto capire che forse ho sbagliato a riporre così tanta fiducia in te e in tuo figlio.>

Gli occhi maligni dardeggiarono uno sguardo e poi chi aveva parlato uscì dall'ombra in fondo alla stanza nella parte che non era ancora illuminata. Calabrone impallidì.

<Oh mio dio.... n-non riesco a crederci....>

Chi stava parlando era Thanos, il folle genocida di Titano figlio come Eros di Mentore.

<E' stato tutto risolto mio signore, due vendicatori sono ospiti delle prigioni eterne e gli altri troveranno la morte nell'arena contro il rinnegato di Asgard e colei che fa piangere la morte.>

<Deathbird è tornata a palazzo con una notizia spiacevole. I Vendicatori non erano qui in visita di cortesia, avevano già dei sospetti che Aria non ha fatto altro che avvalorare, il che pone sul tavolo due semplici questioni: primo, come mai la resistenza non è ancora stata debellata? E secondo... ho dei fondati sospetti che qualcuno nella nostra cerchia faccia il doppio gioco. Ovviamente non puoi essere tu visto che sei un burattino nelle mie mani. I tuoi tracciati cerebrali sono stati riscritti dal tuo fedele I.S.A.A.C. che adesso come tutto Titano è sotto il mio controllo. La Morte mi ha parlato e mi ha detto che è venuto il momento di sbarazzarsi di tuo figlio, di mio fratello e anche se la cosa mi addolora, io ascolto sempre la mia nera signora>

Mentore non disse nulla annuii dimostrando come la sua volontà fosse stata totalmente soggiogata.

<Ci occuperemo delle questioni interne, ma poi procederemo con l'attacco al consiglio dei pianeti. Verrò incoronato come leader. Il processo di duplicazione di Aria è quasi stato completato. Con quel potere di possessione dei corpi e le capacità di controllo del computer I.S.A.C.C nelle mie mani presto tutti i mondi conosciuti parleranno la lingua di Thanos e della sua regina la morte>

 

Il palazzo reale. L’Arena.

 

Non era difficile immaginare la struttura dell’arena, perché in fondo non era molto diversa da quelle degli antichi romani; d’altronde Mentore era un Eterno, proveniva dalla Terra, era facilmente deducibile che per farla costruire si fosse basato sui propri ricordi “di gioventù”, ammesso che questo termine si potesse adottare per un essere immortale.

USAgent e Thunderstrike si guardavano attorno... le tribune erano ricolme di diverse razze aliene che aspettavano il prossimo incontro.

<E ora ci tocca recitare Spartacus versione spaziale ...> imprecò USAgent, sputando per terra.

<A me ricorda più “John Carter di Marte”... hai presente?> disse Thunderstrike.

<Si certo...> bofonchiò Agent.

<Dio, quanto detesto queste missioni spaziali ... l’ultima volta che ho avuto a che fare con degli alieni, mi sono dovuto battere una specie di “superman” con taglio da mohicano [1] e per poco non ci rimettevo le penne ...> disse ancora Eric.

<Fidati, l’ultima volta che ho avuto a che fare io con degli alieni è stato molto molto peggio ...>

L’aver nominato “Marte” provocò in John lo spiacevole ricordo di quando, per ordine delle Nazioni Unite, fu costretto a sganciare la bomba al betatrone e ad annientare tutta la vita sul pianeta rosso [2]. Sebbene non ne parlasse mai, eseguire quell’ordine fu uno dei compiti più difficili da eseguire nella sua carriera. Ma forse, in quella circostanza, poteva tornargli utile.

<Senti Masterson, vado prima io …> sebbene il suo compagno avesse il potere di un dio, Agent si comportava con lui come se fosse una sorta di “fratello maggiore” ... per come la vedeva lui, Eric era un architetto che aveva casualmente ricevuto i poteri da Odino, mentre lui era un supersoldato altamente addestrato.

Dal canto suo, Thunderstrike non aveva nessunissima intenzione di scendere sul terreno a fare a botte con qualche extraterrestre dalla pelle azzurra e quattro braccia. I suoi pensieri andavano a suo figlio. Ogni volta che si doveva allontanare da lui, ne sentiva la mancanza. Ma dopo l’ultima discussione che avevano avuto, sapeva bene che ogni volta che batteva in terra il suo bastone e che magicamente si trasformava in un possente dio scandinavo, lo faceva per il suo bene e per garantirgli un futuro. Qualsiasi cosa frullasse nella testa di Mentore, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare che altri Annichilitori come quello dell’ultima volta arrivassero sulla Terra.

Il suono del corno che riecheggiava nell’aria era il segnale. Era arrivato il momento.

<Ok, io vado.> esclamò Walker impugnando lo scudo.

<Forza Agent; dimostragli di che pasta sono fatti i terrestri...>

USAgent raggiunse il centro dell’arena sommerso dai fischi del pubblico. Il traduttore universale fornitogli da Pym gli faceva comprendere perfettamente gli insulti. Non aveva alcun sostenitore.

<La storia della mia vita …> osservò, con una smorfia di sdegno sul volto.

Dall’uscita opposta a lui emerse il suo avversario; era uno Skrull, la razza di alieni mutaforma molto nota anche sulla terra.

<Io sono Mk’nt, fiero membro dell’armata skrull. Identificati, straniero. Appartieni forse alla spregevole razza dei kree, come quel cane di Mar-Vell?>

<Naaaa.... io sono un terrestre. Vengo dalla Georgia. Ma giusto pochi mesi fa ho fatto la pelle ad un kree.[3] >

<Un terreste, dici ... bah! Siete una razza spregevole! Avete trasformato mio cugino in un bove! [4] La pagherete cara!>

Correndo in direzione del suo avversario, Mk’nt cambio la sua forma, tramutandosi in una creatura a quattro braccia con le quali cercò di afferrare Agent, ma con un rapido balzo questi sfuggì alla morsa e lanciando il suo scudo lo colpì alla gola, lasciandolo senza fiato, mentre grazie all’effetto del lancio la sua arma gli tornava nella mano destra.

<-GAK!- Bastardo! Me la pagherai!>

<Se se...  mettiti in fila, non sei il primo a minacciarmi. Non so come funziona da voi, orecchie a punta, ma sul mio pianeta con le chiacchiere non si va molto lontano ... non mi sorprende che ogni volta che provate a conquistare la Terra voi skrulls ve ne tornate indietro a leccarvi le ferite ...>

Lo provocava, per renderlo furioso e poco lucido. La sua strategia funzionava. Mk’nt cercava di colpirlo con i suoi quattro arti ma USAgent schivava i suoi pugni o li parava con il suo scudo. Una rotazione di questo lo colpi al volto una seconda volta.

<Tu ... sei abile, te lo concedo. Ma ora mi sono stufato di giocare con te ...> in un solo istante cambiò la sua forma e si trasformò in un membro della Covata, gli alieni insettoidi.

Lunghe zanne bavose scintillavano dinnanzi agli occhi di Agent. Con un forte ronzio si avventò verso Walker per azzannarlo alla gola, ma con una mossa rapida John si protesse con la sua fedele arma, e i denti dell’alieno andarono ad infrangersi sul disco di metallo dell’americano. Questo gli provocò spasmi di dolore.

USAgent approfittò della cosa per passare al contrattacco; con un’acrobazia balzò sulla schiena dell’insettoide, bloccandogli le ali con le gambe, impedendogli così di alzarsi in volo, e costringendolo a terra iniziò colpirlo alla testa con il suo scudo, tenuto saldamente con entrambe le mani, martellando ripetutamente.

Del sangue verdastro iniziò a coprire la superficie dello scudo. Mk’nt tornò alla sua forma naturale, cadendo sul terreno privo di sensi.

USAgent s’era aggiudicato l’incontro. L’Arena ammutolì.

John si voltò verso Mentore, che aveva osservato l’incontro.

<Stammi a sentire ... lo sai cosa significano queste stelle e queste strisce?> disse indicandosi con fierezza il petto <Significano che quelli come te non ci piacciono! Dalle mie parti l’ultimo che s’è messo in testa di fare il re lo abbiamo rimandato a casa a pedate, ed è stato più di duecento anni fa! Non si scherza con la terra ... provatelo a chiederlo ai marziani!> lo fissò con un’occhiataccia, poi voltò le spalle e tornò da dove era entrato.

<Ben fatto Agent. Questo si che è parlare ...> disse Thunderstrike, congratulandosi con lui.

 Ora era il suo turno. Stringeva con forza la sua mazza incantata come se volesse stritolarla.

<Dio, mi sta venendo il panico da palcoscenico ... è la prima volta che mi batto in un arena.... è proprio come ne “il Gladiatore” ... >

Cercava di mascherare il suo nervosismo. Il suo avversario sembrava altrettanto nervoso.

Era completamente composto di pietra arancione... assomigliava alla Cosa dei Fantastici Quattro, ma la forma della testa era differente. Non aveva mai visto una creatura del genere ... eppure, questi pareva conoscerlo.

<Ho atteso molto questo giorno....  sapevo che prima o poi ci saremmo incontrati di nuovo, Thor.>

<Tu ... conosci Thor?>

<Si che ti conosco ... sono passati parecchi anni da allora, ma Gorr si ricorda bene quel giorno, quando io a altri miei fratelli giungemmo sul Terra dal lontano pianeta Kronan per conquistarlo, e tu con quella tua arma rotante ci sconfiggesti con facilità. Conosco la tua forza e la tua abilità. Ma in tutti questi anni mi sono addestrato in numerose arti guerriere proprio nell’intento di affrontarti di nuovo.>

<Ma cos’ha la Terra per voi da essere tanto irresistibile? Com’è che tutti bramate di conquistarci? E’ per via delle ragazze, non è vero? C’era un film con un titolo del genere... com’era? Ah si; le ragazze della Terra sono facili.>

<Tu ... mi schernisci. Forse pensi che sarà una battaglia facile come l’altra volta ... ma non sarà così!> impugnando la sua clava, Gorr si lanciò all’attacco. Eric evitò di venire colpito, sorpreso di quanto quella creatura fosse tanto veloce nonostante la sua stazza.

<Lo sai, mi ricordi un giocattolo che mio figlio Kevin aveva quand’ero piccolo... ma non riesco a ricordare quale...>

<Tu... mi canzoni! Ti prendi gioco di me! Ma Gorr non è un balocco per infanti! Ora tu pagherai col sangue per l’affronto che ci facesti anni fa! E dopo di che pagherà tutto il tuo pianeta!>

La clava di Gorr tagliava l’aria nel tentativo di abbattere il tonante ma era troppo lento per riuscire ad avvicinarsi.

Anche se era la prima volta che Eric affrontava un alieno del pianeta Kronan, riusciva ad eluderlo con la stessa facilità con cui Thor si sbarazzò della sua squadra in Norvegia anni fa. I poteri concessi da Odino lo rendevano superiore all’alieno dal corpo di pietra.

Gorr era furioso, si sentiva umiliato nel vedere come tutti i suoi sforzi risultavano inutili.

<STA FERMO, MALEDETTO!>

<Ascolta amico, non mi piacciono ne risse, ma se parli di invadere la terra e cose di questo genere non me ne starò con le mani in mano mentre minacci il mio mondo... >

Thunderstrike afferrò la sua mazza e vibrando un poderoso colpo dal basso verso l’alto colpì il gigante roccioso, facendo fare al pesante alieno un volo di diversi metri.

Il pubblico presente conosceva la forza e la ferocia di Gorr e nel vedere quel possente guerriero sconfitto da un unico, micidiale colpo rimase inizialmente stupito e subito dopo si lanciò andare ad un boato d’entusiasmo.

Thunderstrike aveva conquistato la folla. La sua vittoria li aveva esaltati. USAgent lo raggiunse al centro dell’arena.

<Bel colpo Masterson. Li hai conquistati.>

<Già... roditi il fegato, Russell Crowe …> sorrise lui.

 

Mentore si alzò dal suo trono e fissò i due terrestri.

<Ho sottovalutato il vostro valore in battaglia. Evidentemente, avete la stoffa per poter entrare a far parte della mia armata. Elementi come voi mi saranno molto utili. La mia guardia d’élite sarà lieta di mettere ulteriormente alla prova le vostre abilità …>

Ad un suo cenno dall’ingresso principale altri due guerrieri entrarono nell’arena. Con enorme sorpresa, entrambi erano volti noti ai due Vendicatori.

Il più alto era Beta Ray Bill, guerriero di Korbin e anch’egli detentore di poteri divini pari a quelli di Thor.

La donna invece era Deathcry, appartenente alla razza degli Shi ‘Ar ed ex membro dei Vendicatori.

<Non ci posso credere ... Bill! Bill, sono io Eric... non mi riconosci?>

Ma questi pareva essere sordo alle sue parole.

<Devono essere posseduti, com’è successo a Starfox ...> notò USAgent.

<Sei pronto?> mormorò Deathcry.

<Si ...> le rispose Bill.

<Va bene allora ... ALL’ATTACCO!>

E in un attimo, quelli che un tempo erano amici e alleati iniziarono una lotta all’ultimo sangue ...

 

 

Continua….

 

 

Le Note

 

1 = si riferisce a Gladiatore, con cui s’è battuto durante “Tempesta nella Galassia”.

2= Fa riferimento al capitolo finale de “La Guerra dei Mondi” MiT.

3= Nel nostro MarvelIT Team Up # 14 / 15

4 = direttamente nientemeno da Fantastic Four # 2 del gennaio 1962.

5 = è successo su Journey into Mystery # 83 sempre del 1962, durante la 1° apparizione di Thor!